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mercoledì 28 agosto 2019

Processione di Santa Filomena a Piaggine 2019- Parte seconda.

BREVE STORIA DI SANTA FILOMENA





Sembra che la storia fosse rivelata ad una religiosa ,nell'anno 1833, dalla Santa stessa con queste parole: “Io sono figlia d’un Re della Grecia. I miei genitori erano sterili. Capitò fra noi un medico Romano chiamato Publio. I miei genitori lo fecero chiamare per conoscere da qual causa venisse la loro sterilità.
Questo medico era cristiano.<< Sire - rispose a mio Padre- se  volete aver figli, dovete ricevere il santo Battesimo ed abbracciare la Religione Cattolica>>. I miei parenti subito acconsentiro-no; si fecero istruire e ricevettero il santo Battesimo. Un anno dopo io nacqui, e mi posero il nome di Filomena. A questo fatto molte famiglie del regno si fecero Cattoliche. 

Io cresceva con l’educazione cristiana e di 5 anni presi la prima Comunione, di 11anni feci a Dio voto di verginità. Pervenuta io a 13 anni, Diocleziano Imperatore intimò guerra al padre mio, che fu costretto di portarsi in Roma per trattare la pace ed evitare la guerra e volle menar seco anche me e mia madre.
Arrivati in Roma trovammo Diocleziano nel palazzo de’ Bagni. Appena mi vide promise al padre mio la pace e la sua protezione, a patto che dovesse dargli me in isposa. Mio padre acconsentì, e ritirateci da lui me ne passò parola, ma io risposi: Non posso, perché ho consacrato a Gesù Cristo la mia verginità.

                                                                          Incessanti preghiere mi fecero mio padre e mia madre, dicendomi: abbi pietà di tuo padre e di tua madre e della tua patria, ed io risposi:" Il mio padre è Dio, la mia patria è il Cielo."
Diocleziano faceva le più calde premure. Mio padre si portò a lui e gli disse: Filomena non vuol maritarsi. L’Imperatore gli disse:" menate qua la giovinetta, la farò persuadere dalle signore romane." Mio padre si vide forzato e mi condusse. L’imperatore mi ricevé con tutt’amabilità, e poi mi consegnò alle signore romane e mio padre insieme con mia madre dovettero ritirarsi. Quelle signore posero ogni studio per persuadermi di accettare le nozze con Diocleziano, ma vedendo la mia fermezza ne fecero conto all’Imperatore, il quale mi volle alla sua presenza e, vedendosi deluso nelle speranze perché io ero inflessibile a tutte le promesse, mi disse: "Non mi vuoi amante, mi sperimenterai tiranno."
Io risposi: "Non vi curo amante, né vi temo tiranno." L’Imperatore infuriato ordinò che fossi chiusa in carcere ed ogni 24 mi faceva portare pane a acqua.
Dopo 37 giorni mi apparve la SS. Vergine e mi disse: "Cara figlia tu resterai ancor 40 giorni in questo carcere e poi sarai esposta a vari martirii; ma l’Arcangelo Gabriele e l’Angelo tuo Custode ti assisteranno e ne uscirai vittoriosa." Compiti i 40 giorni fui esposta nuda alla flagellazione, donde uscita tutta piaghe e mezzo morta mi gettarono in carcere. Ma Iddio presto mi guarì, e il domani mi trovarono affatto sana.
L’Imperatore udendo tutto l’accaduto, mi fece di nuovo interrogare se lo volea per isposo, ma sentendo rinnovarsi il rifiuto montò in maggiore sdegno ed ordinò che fossi saettata.


Di nuovo fui condotta nel carcere tutta ferita e piena di sangue. Al mattino quelli che mi credevano già morta, mi trovarono sana e rubiconda, che cantava salmi in lode di Dio, imperocché la notte fu unto il mio corpo con unguento odorifero da un Angelo, onde restai perfettamente guarita. Allora si ordinò che fossi nuovamente saettata con saette roventi, ma legata appena, fui rapita in estasi e le saette invece di ferire il mio corpo, tornando indietro, uccisero sei saettatori. A questo prodigio per ordine dell’Imperatore fu presa un’ancora, me la legarono al collo e mi gettarono nel Tevere; ma gli Angeli spezzarono le corde dell’ancora e mi fecero passare a piedi asciutti. Il popolo vedendo quest’altro prodigio, incominciò a gridare a’ carnefici: "E’ libera, è libera", ma quelli per paura di popolare rivoluzione mi troncarono la testa." 





Segue parte terza.


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