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venerdì 28 dicembre 2012

Uccisione di padre Giuseppe Feola di Campora 1863



Giuseppe Feola era un padre cappuccino, fiero assertore della libertà e sostenitore della fine del potere temporale dei papi in un suo libro:" La mia confessione intporno al potere temporale del Papa".

Egli se ne stava tranquillo a casa sua a preparare la festa del Corpus Domini, quando i briganti sequestrarono lui ed il fratello Toribio.

Entrambi furono portati in piazza alla presenza del Maggiore Tardio che chiese come riscatto la somma di 2000 ducati che il cappuccino non aveva.

Suo fratello Toribio riuscì a racimolare solo 20 ducati che portò a Tardio il quale adirato pronunciò queste parole <<  Tu non vuoi cacciare il danaro... tu devi morire, perché quest'ordine mi è venuto da Roma>>, poi gli disse che l'avrebbe graziato se avesse gridato <Viva Francesco II>>, ma il cappuccino rispose << Io saprò morire come vissi - Viva l'Italia>>.

Tardio allora comandò di fucilarlo e si allontanò.
Padre Feola venne messo con le spalle al muro e fucilato, ma le pallottole sparate non lo ucciserto, cosicché la cosa fu riferita al Maggiore che ordinò di " finirlo a colpi di stilo" e ,secondo la versione di Lettieri, smentita inn fase processuale, lo stesso Tardio gli diede il colpo finale uccidendolo.

Ormai erano soddisfatti sia i nemici del frate, i Ciardo, che i Feola " suoi parenti nemici"
 Segue...
                   Gilda Petrone










L'invasione di Campora da parte del capobrigante Giuseppe Tardio e della sua banda (maggio- giugno 1863)

Delle cause del brigantaggio ho già scritto esaurientemente nel post " Brigantaggio postunitario nel Cilento".

Qui intendo trattare dell'invasione di Campora e successivamente dell'uccisione del padre liberale Giuseppe Feola
 Le notizie sono tratte da Antonio Caiazza che, dopo essersi documentato accuratamente si accinse a scrivere un libro su Giuseppe Tardio
Invasione di Campora
Nel maggio del 1863  Tardio si recò nei boschi di Campora dove riuscì ad attirare nella sua banda una quindicina di braccianti o borbonici che lo rifornirono di viveri, munizioni e notizie. Nel piccolo paese del Cilento egli, ogni tanto,  veniva ospitato a pranzo dalla famiglia Ciardo ed inoltre aveva come confidenti Andrea Perriello e Carlo Veltri cui aveva inviato due proclami, uno diretto ai Popoli delle Due Sicilie ed un altro ai Borbonici di Campora.
Riporto di seguito il testo:
1)Dal quartiere generale 27 magggio 1863
"Signori,
Vi accludo un proclama, cui darete comunicazione, ai Borbonici di cotesto Comune. Indi metterete in esecuzione quanto in essa si contiene, attesoché circa duemila persone ci attendono per insorgere come un solo uomo, nonché uno sbarco di altri 400 soldati si effettuerà perché l'ho rimasta a bordeggiare in questi vicini mari. Ne attendo l'adempimento.
Maggiore- Giuseppe Tardio.Il Coman.te l'armi borboniche"
2)Proclama ai Realisti di Campora
" Cittadini,
Il reggime Piemontese nella conquista del Regno ci sedusse con promesse fallaci, avendoci portato la miseria e la desolazione, in questa parte d'Italia. Oramai l'ora di fare l'ultimo sforzo... è suonata, all'uopo unitevi, ed armatevi, ed accorrete a schierarvi sotto il vessillo dell'Augusta e Legittima Maestà Francesco II. Esiterete voi ad adoperare le vostre forze, onde scuotere il tirannico giogho de' subalpini ... Ciò non lo sia mai. Il Maggiore Giuseppe Tardio"
Tardio aveva a sua disposizione 33 briganti " vecchi, ma armati e pronti a tutto".La sera del 3 giugno 1863,  i briganti dalle "larghe fasce rosse ai cappelli", all'insegna del vessillo bianco borbonico, arrivarono in paese e spararono colpi di festa gridando "Viva Francesco Secondo". Molti camporesi conniventi e trionfanti, uscirono dalle loro case e si avviarono verso la piazza assieme ai briganti che disarmarono il Posto di Guardia ed  abbatterono gli stemmi sabaudi situati sulla porta. Il capobrigante Tardio armato di sciabola fece affiggere un  "Proclama ai popoli delle Due Sicilie" col quale invitava i cittadini a lottare per difendere i Borbone , cacciare i Piemontesi e difendere l'indipendenza del Regno delle Due Sicilie.
Diede poi ordine che i cittadini uscissero in piazza e "cacciassero i lumi alle finestre in segno di festa  per accogliere le truppe di Francesco II il Borbone che era ritornato".  Diversi camporesi si unirono alla banda incitando ad uccidere i liberali, anche per vendette personali ed a saccheggiarne e distruggerne le case. Fu saccheggiata la casa di D. Antonio Torrusio, mentre un altro drappello di briganti si recò alla casa di Padre Giuseppe Feola.
Segue...
                  Gilda Petrone


sabato 24 novembre 2012

DEL VECCHIO CHE ME NE FACCIO!


 DEL VECCHIO CHE ME NE FACCIO:

Qualcuno diceva " un vecchio che muore è una biblioteca che si chiude"
Quanta saggezza, quanto sapere ci sono nelle parole dei vecchi, quanta fatica, quanti sacrifici per portare a conclusione un progetto!

Ciò che noi siamo oggi lo dobbiamo ai nostri avi, ai nostri nonni. La nostra realtà affonda le radici nella storia dei nostri padri.

Un albero senza radici non regge ed alla prima piccola brezza cade. Allora non tagliamo le radici agli alberi, non gettiamo via il passato, non rottamiamo i vecchi come fossero oggetti usa e getta del consumismo.
  Sappiamo accettare ed apprendere i loro consigli, le loro conoscenze. Impariamo a rispettarli come persone che col loro pesante fardello sono quasi giunti al culmine del loro cammino e forse hanno bisogno di aiuto! Amiamo i vecchi!!!
                                                                                                               Gilda Petrone

lunedì 19 novembre 2012

Corrado Taranto a Piaggine , il 16 dicembre 2012, presenta : "Zio papà papà zi zio" ovvero omaggio allo zio Nino Taranto

 “Omaggio ai Fratelli         
           TARANTO”





Corrado Taranto 
Presenta
“ZIO PAPA’ PAPA’ ZI ZIO”ovvero
                   omaggio a
  NINO TARANTO 
 Centocinque anni fa, il 28 agosto 1907, nel popolare quartiere di Forcella, nasceva Nino Taranto. 
Egli esordì a tredici anni con la "canzone in giacca" drammatica e con quella da "dicitore" in abito da sera.

Lo spettacolo che sarà presentato a Piaggine il 16 dicembre 2012 vuole essere una carrellata nella sua lunga e gloriosa carriera artistica. Si scopriranno, attraverso il racconto, lati sconosciuti di quello che fu considerato “il Signore della risata”. 

Taranto ebbe i suoi primi successi oltreoceano con la compagnia di sceneggiata Cafiero-Fumo.  
Nel 1933 debuttò nella grande rivista, alla quale si dedicò fino al secondo dopoguerra, accanto a Wanda Osiris e poi a Titina de Filiuppo, dando vita, nello spettacolo di varietà, a straordinarie macchiette tra cui ricordiamo Ciccio Formaggio: un ometto iellato e tradito dalla fidanzata, la quale per dispetto gli sforbiciò la tesa del cappello. Proprio quella paglietta tagliuzzata, a tre punte, divenne uno dei simboli della sua comicità ed ispirò alcuni spettacoli molto belli :Mazza, Pezza e Pizzo e Quagliarulo se ne va, inoltre il popolare film Il barone Carlo Mazza (1948).
 Nel 1955 fondò una propria compagnia mettendo in scena farse e commedie ed inoltre testi di Raffaele Viviani di cui propose l'Ultimo scugnizzo e Don Giacinto in cui manifestò tutta la sua intensa espressività. Nino fu anche interprete, assieme a Luisa Conte di Morte di carnevale, Nu bambeniello e tre San Giuseppe, Arezzo 29. 

Lo troveremo protagonista del Varietà anche in televisione ed in cinema poiché egli era un  artista a 360°. Ad accompagnarlo in tanti di questi momenti  fu il fratello Carlo e sarà proprio il figlio di quest'ultimo, Corrado, ad essere interprete di questo spettacolo-omaggio. Rivedremo in video il Taranto della Rivista, del Cinema, della Televisione, del Teatro ed al suo fianco Toto’, Fabrizi, Macario…
Ascolteremo alcune delle sue più celebri interpretazioni attraverso la voce di Corrado Taranto e degli attori della sua compagnia. Rivivremo attraverso storie di vita ed aneddoti la vita dell’uomo e dell’artista. Saranno inoltre presentati due inediti, due provini discografici incisi da Nino e Carlo registrati durante una tournèe, tenuta negli Stati Uniti. Lo spettacolo si avvarrà inoltre di immagini video tratte da films, commedie e momenti privati.
In scena con Corrado Taranto ci sarà Rosario Russo
Biografia di Corrado Taranto
Figlio di Carlo Taranto e nipote di Nino Taranto, Corrado Taranto ha lavorato in teatro con i fratelli Giuffrè, con suo zio e con suo padre,  con Luisa Conte, e con altri grandi nomi del teatro partenopeo.
Per la TV ha fatto parte del cast della miniserie Teresa Raquin (su RaiDue) , poi di Un posto al sole,  e de La squadra (sempre su RaiTre).
Al cinema invece ha affiancato Jack Lemmon e Marcello Mastroianni in Maccheroni di Ettore Scola, Troisi in Pensavo fosse amore invece era un calesse, Anthony Quinn in Stradivari e ha girato due film per i Vanzina, tra cui Sguardi Diversi, con Raffaella Fico.
Nel 2008 Corrado Taranto è tra i protagonisti del film Ferragosto a pezzi, per la regia di Corrado Taranto.
Il 2008 è l'anno di Sguardi diversi dove compare tra i protagonisti accanto a Raffaella Fico e Andrea Narciso.
E' protagonista, nel 2011, del film Irreality di Salvatore Scarico

                                                             Gilda Petrone




 


 




lunedì 12 novembre 2012

IIL TEATRO A PIAGGINE: FILUMENA MARTURANO- Commedia in tre atti di EduardoDe Filippo rappresentata dalla compagnia Samarcanda il giorno 02 dicembre 2012


IL TEATRO  è una delle più alte e complete forme d' arte, non solo perché coinvolge la mente, il corpo ed il cuore, ma perché è espressione della vita sociale e culturale di un popolo. E' per questo motivo che l' Associazione "Il Cuore del Cilento", con spirito di abnegazione,  in un momento così particolare e delicato per la vita del paese, continua a proporlo ai cittadini dell' alto Cilento che, lontani dai grossi centri, sarebbero  impossibilitati a seguire queste bellissime manifestazioni culturali.

LA QUINTA STAGIONE DI TEATRO POPOLARE A PIAGGINE inizia a dicembre con la bellissima commedia di Eduardo De Filippo: Filumena Marturano. A rappresentarla sarà la compagnia Samarcanda che vanta un'esperienza ventennale nel teatro.

Note di regia (di Lorenzo Cicero):
FILUMENA MARTURANO è l'apoteosi del sentimento della maternità che vince la miseria, redime dall'abiezione, supera gli egoismi umani..., afferma il diritto dell'eguaglianza tra fratelli..., stimola il sentimento della paternità come purificatore di tutte le brutture sociali...; è un alto messaggio di umanità.
Figlia di popolani miserabili - una delle pagine più drammatiche sarà la rievocazione del lurido ed angusto basso in cui la numerosa famiglia di Filumena era tormentata dalla fame - Filumena finì, giovanissima, come tante altre sciagurate della sua condizione, in una "casa chiusa", in cui conobbe Domenico Soriano, giovanotto benestante, spregiudicato frequentatore di quell'ambiente ed, in genere, amatore della vita gaia. Tra Domenico e la giovane prostituta si strinse una particolare intensità di rapporti, al punto che egli, un giorno, la ritirò da quella casa e la mise in un appartamento, promuovendola al grado di amante e promettendole di sposarla..., una promessa mai mantenuta nello spazio di venticinque anni, quanti ne sono trascorsi fino all'inizio della commedia.

La commedia viene rappresentata in modo egregio da tutti gli attori della compagnia Samarcanda che, nel procedere della vicenda, riescono a coinvolgere sempre di più il pubblico, fino a conquistarlo ed avvincerlo negli ultimi due atti e nella fase finale, quando spettatori ed attori diventano un tutt' uno.
                                                                                                                   Gilda Petrone

martedì 30 ottobre 2012

Presentazione del libro "La sfida del Partito Democratico"dell'On.Tino Iannuzzi



Il giorno 28 ottobre, nella sala polifunzionale del comune di Piaggine, un piccolo borgo mediovale  immerso nell'incanto della natura, l'on. Tino Iannuzzi ha presentato il suo libro La sfida del Partito Democratico.

Dopo i convenevoli ed i saluti del sindaco del Comune di Piaggine avv.Guglielmo Vairo,  ha sapientemente introdotto l'opera il consigliere prof. Nicola Rizzo, mentre il giornalista Andrea Manzi ha condotto il dibattito in un'atmosfera sostenuta e nello stesso tempo familiare e paesana. Non dimentichiamo infatti che Tino è originario della nostra zona, quindi qui a Piaggine è di casa ed alcuni lo ricordano ancora coi pantaloncini corti. Tra il pubblico, oltre ai cittadini di Piaggine e dei paesi limitrofi, c'erano i sindaci di Sacco, di Valle dell'Angelo, di Roscigno, di Castel San Lorenzo ecc.
 Ad una disamina approfondita del libro, ha fatto seguito il dibattito che ha suscitato molto interesse ed attenzione  ed ha raggiunto momenti di grande intensità ed emozione allorquando sono stati toccati i problemi relativi al nostro troppo dimenticato territorio: viabilità, povertà economica e lavorativa, dissesto idrogeologico, decremento demografico e drammatica situazione dei tanti idraulici forestali che da tempo non percepiscono lo stipendio e che lottano per veder riconosciuto il loro diritto alla retribuzione ed al posto di lavoro.
In tre ore di dibattito, l'attenzione del pubblico non è venuta mai meno ed a tutti l'onorevole ha risposto in modo sobrio ed esauriente, consigliando di non demordere, di essere tenaci, di sfruttare i fondi FAS ed i progetti, di rimboccarsi le maniche e soprattutto di essere uniti per portare avanti grandi progetti, evitando la frantumazione. 
                                                        RECENSIONE                     
L'autore:
Originario di Valle dell'Angelo, piccolissimo paese nell'alto Cilento, Tino Iannuzzi è nato a Salerno nel 1960. Esercita la professione di avvocato e, dopo vari incarichi politici, è stato eletto deputato con l'Ulivo nel 2001 nel collegio di Salerno e successivamente nel 2006 e nel 2008  nella lista del PD.
E' componente dell'VIII commissione "Ambiente-territorio-lavori pubblici" della Camera dei Deputati ed è membro nazionale del PD. Ha pubblicato: Retromarcia. Il governo e le politiche delle opere pubbliche(2002) , Uscire dal tunnel e Idee e progetti.

Il libro "La sfida del Partito democratico" proposto al pubblico di Piaggine è, come lo definisce Dario Franceschini  "un diario di bordo" che contiene molte riflessioni sul Partito Democratico.

Con  stile sostenuto, con un periodare complesso, tipico degli avvocati , con lessico adeguato ed accesibile, Tino Iannuzzi fa un'analisi critica delle scelte del proprio partito  e tratta i temi più disparati della realtà italiana guardandoli con la mente dello storico oltre che del politico; infatti egli non si accontenta di sviscerare il problema per convincersi e convincere, ma riporta dati certi a sostegno delle proprie tesi.
I problemi trattati sono tanti:
dalla crisi economica dell'Italia con i fenomeni della disoccupazione e del precariato, alla crisi morale e politica  che oltretutto ha portato al fallimento del governo di centro-destra che pure l'aveva determinata;
dalla crisi dei lavoratori dipendenti e di quelli autonomi al divario Nord /Sud del paese, accentuato dalle politiche dei tagli e della sottrazione di risorse;
dalla laicità della politica  che deve portare ad un confronto tra le diverse opinioni dei laici e dei religiosi, al federalismo che rispetti le autonomie locali e nello stesso tempo rafforzi l'unità nazionale riconoscendo i valori comuni e di solidarietà;
dalla riforma della giustizia col superamento delle leggi ad personam all'approvazione di leggi varate in funzione della salvaguardia della libertà e dei diritti del cittadino;
dal sostegno all'autonomia della magistratura alla riservatezza e  sobrieta nel comportamento dei giudici;
dal degrado della politica alla disaffezione dei cittadini verso la politica e le istituzioni ed all'affievolimento del rispetto delle regole.
In questo mare in tempesta di problemi, ci dev'essere qualcuno che deve ridare speranza al paese e questi dev'essere il PD.
Cito testualmente" Si avverte una devastante caduta di tensione morale, un malinconico autunno di valori nella vita pubblica, un forte indebolimento del senso del dovere nel ceto dirigente e nella comunità..." " Nel declino che incombe sul nostro Paese, occorre un grande progetto politico per risvegliare la speranza nel popolo italiano. Questa ambizione e questa consapevolezza devono guidare il PD.
                    Gilda Petrone




venerdì 14 settembre 2012

Presentazione del film di M. Smuraglia: Non è più tempo di martiri.

Massimo Smuraglia ed il suo cast
                                                                 
 

NON E' PIU' TEMPO DI MARTIRI Trailer
(Clicca sul link per vedere)


Regia di Massimo Smuraglia. Interpreti scelti fra gli abitanti dei Paesi Campora e Piaggine  nel Cilento
Tra gli interpreti oltre al presidente della Comunità Montana Calore Salernitano, i neoattori di Piaggine: Pasquale Rizzo, Carmelo Arcaro, Emiddio Petraglia ed altri.
  
Il film è una rappresentazione della  figura del frate cappuccino Giuseppe Feola, nato a Campora, vissuto tra il 1813 ed il 1863, animato da ardore religioso e da fervore patriottico e dedito ai poveri che provvedeva anche ad istruire.

Egli, che pure faceva parte del clero, ebbe il torto di scrivere un libro contro il potere temporale del papa e di inneggiare a Vittorio Emanuele II e perciò fu sorvegliato e costretto dalle autorità a peregrinare da un convento all'altro.

Da liberale, si contrappose ai Borbone, ormai in esilio  e quindi subì la vendetta dei briganti che parteggiavano sia per Francesco II di Borbone che per il papa.
-Così racconta A. Caiazza: "Il padre Giuseppe Feola fu messo nella piazza con le spalle al muro e tre briganti... eseguirono la sua fucilazione. Ma le pallottole sparategli al petto non bastarono a uccidere il cappuccino. La cosa fu riferita al maggiore Tardio che ordinò di finirlo a colpi di stilo ( e secondo la versione di Raffaele Lettieri- poi smentita in fase processuale- lo stesso Tardio, quasi indispettito che il padre non volesse morire, gli diede un colpo di sciabola finendolo).- 
Rappresenterà questo film la storia "dei senza storia" ossia dei piccoli contadini, dei braccianti e di  tutta la povera gente analfabeta, costretta a subire  una doppia violenza: da un lato le vessazioni dei Piemontesi  e dall'alro le prepotenze  dei briganti?
Certamente, credo, non sarà un'esaltazione delle prepotenze, delle violenze e dell'omertà perpetrate dai briganti nei confronti delle popolazioni locali, la maggior parte delle quali stentava a "sbarcare il lunario" e si disinteressava sia della politica che delle questioni istituzionali!
Tra non molto avremo modo di prendere visione dell'intero film e ci renderemo conto dell'interpretazione che Smuraglia ha dato del fenomeno del brigantaggio postunitario. Intanto gustatevi questo trailer!
                                                                                                              Gilda Petrone

domenica 2 settembre 2012

PROVERBI PIAGGINESI: La concretezza e l'attenzione




Mentre si sta facendo qualcosa di importante, bisogna essere attenti e non perdersi in chiacchiere.

Un proverbio cilentano dice:
 - Le chiacchiere 'nandi a lu furnu so' perdemiento re pane-

La favola  "La lontra e la volpe", inventata dalla ragazzina Giulia Petrone dice:

Una lontra aveva lavorato per un mese intero per costruirsi la propria casetta. A lavoro terminato, si accorse che non  aveva fatto le provviste necessarie perciò si rimboccò di nuovo le maniche per andare alla ricerca di cibo.

Si tuffò e rituffò più volte nelle fredde acque del fiume Calore, frugandolo da cima a fondo ed a fine giornata, tutta contenta, portò a casa un bel cesto di trote.

Nell'entrare in casa propria, però, vide una volpe seduta al suo tavolo e le chiese:<< Cosa fai tu in casa mia?>>  e la volpe rispose<< Oggi voglio mangiare con te!>>

La lontra pensò un attimo e poi acconsentì perché desiderava stare un po' in compagnia, ma, mentre arrostiva le trote, si distrasse nel parlare con la volpe ed intanto le trote si bruciarono.

Le due comari, in un primo momento, non si erano accorte di nulla, poi incominciarono a sentire puzza di bruciato e si accorsero che le trote erano bruciate ed ormai non c'era più nulla da fare.

La lontra pensò che la volpe, astuta ed invidiosa, l'avesse intrattenuta volutamente a parlare per farle bruciare le trote, perciò la buttò fuori di casa a calcioni ed, arrabbiata, buttò le trote dicendo << Le chiacchiere 'nanti a lu furnu so' perdmiento re pane>>




mercoledì 29 agosto 2012

Piaggine- Carcarole: Festa tra amici organizzata da Cosimo Rizzo & C.




L'HO SCRITTA DI GETTO E TE LA INVIO IN ANTEPRIMA IN SEGUITO SICURAMENTE POTREBBE SUBIRE DEGLI AGGIUSTAMENTI:

CUM'A ATI TIEMBI

Era già quànno l'estate
ra tànda vène salutata,
mmitato ra Carmelo
a le Cchiaìne mmè sò truvato,
quànno 'ntuòrno èra scurato
e ss'appicciano le llùci
accucchianno la ggènde
ppè reposare e cantare.
Inda na viarèdda cecata,
ccù sulo paci 'ntuòrno,
appreparata aspettava
na tavulata longa, longa:
justo, justo quànn'èra la via.
Sulo lu prufessore Pascale
'nge 'stài ccù na bella famiglia
e ll'anima e lu còre àve ràto
ppè ffà bella 'sta serata,
ll'àti sò partuti ppè le ccittà,
addòve nù se rire e nù se canda.
A n'angulo rùie caòrare,
pariano chère addòve
se voddeno le bbuttiglie:
una ppè scaurare maccarùni,
ind'a n'àta già vuddia ra tièmbo
carna re pècora spretezzata.
Zichi e gruòssi, na cinquantina,
assettati cum'a na fèsta r'àti tièmbi
o re na zita re na vòta.
Caso re pècora ccù la lacrema,
na spasa re fèdde re longa
e ognaruno pigliava e mangiava,
lu vino già scinnia senza 'nduppi,
'ntramende se spannìa
tànd'allerìa accumpagnata
ra le ccòrde re chitarra e mandulino.
Pure li cùndi se 'mbucavano
e sembe cchiù assai si rirìa.
A mmàm'a mmàno ca ll'òre
passavano e se faciano cchiù zèche
arreto se turnava ccù ll'ànni.
Nu piatto re maccaruni ccù lu ccàso
nu mumendo ne l'avimo strafocato,
propiamende cum'a 'ntièmbi re 'uerra.
Subbitamende apprièsso carna.
ma carna re pècora: èra bbòna,
nisciuno n'àve lassàto nu zico,
ppè quatt'òre àve vudduta:
si nù lu ssàpivi manco te n'accurgivi.
Pò... casocavallo e ccàso ancora,
le bbuttiglie re vino nù se cundavano,
pure lu mièrico mangiava e bbivìa.
Sulo io furastiero ma mme sò truvato,
che bello, cum'a la casa mia,
mm'àvia scurdato 'stà bella àllerìa.
Canzuni e puìsie avimo scagnulato,
lu cchiù sfrenato èra Carmelo,
tàndo ca pure le stelle zinniavano
'uardanno a capabascio inda lu vico.
Rùci, spumande a amàro
àno fatto lu riesto e nù è mancata
na lacrema, nu surriso e pò..., inziemi,
ccù lu bicchieri a capammonde:
ll'anno ca bbène tutti ccà n'àta vòta.

elia nese 2012
































Arancini siciliani di Mara

L'ex ministro Carmelo Conte presenta il suo libro a Piaggine

CONTE: il sud al tempo degli italiani. L'ex ministro si emoziona a Piaggine

Da "il Quotidiano di Salerno" -

Estratto da “il Quotidiano di Salerno”, del 28 agosto 2012
Aldo Bianchini (Piaggine)
il Quotidiano di Salerno - CONTE: il sud al tempo degli italiani
PIAGGINE (SA) - L‘ennesima presentazione pubblica del libro “Il sud al tempo degli italiani” (ed. Rubbettino) scritto da Carmelo Conte ha evidenziato, a mio giudizio, due aspetti assolutamente nuovi rispetto alle presentazioni precedenti. In primo luogo un Carmelo Conte diverso dalle altre occasioni, meno sicuro e incisivo, fortemente emozionato di trovarsi nella “sua Piaggine”, con la certezza che “nessuno è profeta in patria”. In secondo luogo un Carmelo Conte che lancia proclami come se stesse scrivendo le sue volontà testamentarie, di natura politica ovviamente. Questo versione inedita di Carmelo Conte mi ha lasciato perplesso, poi ho capito che molto probabilmente è stata l’emozione a giocargli un brutto scherzo. Ero, e sono, abituato da sempre al politico di razza in corsa e non all’ex politico in caduta libera, forse, irreversibile. Ma quella dell’altro giorno a Piaggine può essere stata soltanto una battuta d’arresto momentanea nell’attesa di riprendere con vigore le file del discorso e la via della battaglia politica. La visibile stanchezza e il caldo avranno, forse, inciso in maniera marcata sulla tempra dell’ex ministro per le aree urbane. Un passaggio, in particolare, mi ha colpito del suo intervento: “I meridionali fin dal 1861 sono stati sempre ospiti al tavolo delle decisioni di governo, eccezion fatta per il periodo compreso tra gli anni ’70 e ’90 con la crescita di una generazione politica molto importante e produttiva”. Poi con voce rotta dalla commozione ha aggiunto e concluso: “Quella generazione che ha consentito al figlio di un pastore, come me, di diventare ministro della Repubblica. Io non mi arrendo, Piaggine non deve arrendersi”. E’ questo il testamento politico dell’uomo del sud, figlio di un pastore, diventato ministro. Un testamento tutto rivolto ai giovani, nel ricordo di quei giovani degli anni 60 che piano piano, partendo dal nulla di Piaggine ed affiancando sempre e comunque il loro leader naturale misero a segno obiettivi di assoluta grandezza invadendo i Palazzi Romani del potere. Da Piaggine al Ministero della Pubblica Istruzione, da Piaggine al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, da Piaggine al Ministero della Sanità, da Piaggine al Ministero della Difesa, da Piaggine al Ministero dei Lavori Pubblici, da Piaggine al Ministero dell’Interno, e questo solo per ricordare alcune delle mete conquistate dai “figli dei pastori di Piaggine”, alla stregua dei “figli delle chiancarelle” di Salerno. Sulla scia degli incalzanti successi elettorali e politici di Carmelo Conte tutta la zona della Valle del Calore (da Piaggine a Sacco, da Roscigno ad Aquara, da Felitto a Laurino, da Roccadaspide a Castel San Lorenzo, solo per citare alcuni comuni !!) ne risentì con effetti assolutamente benefici e i risultati si videro anche nella città capoluogo di Salerno dove praticamente ci fu una occupazione sistematica di tutte le poltrone che contavano, dagli Enti di Previdenza agli Ospedali, dall’Ispettorato del Lavoro all’Arma dei Carabinieri, ecc. ecc. Sembrava che tutta la “intellighenzia” dell’epoca provenisse dalla Valle del Calore, e non per meriti indotti dalla politica ma esclusivamente per meriti individuali. Quella fu l’epoca in cui i piccoli e medi proprietari terrieri del Cilento, della Valle del Calore e del Vallo di Diano fecero scelte molto importanti impegnando i loro averi per mandare i figli a studiare stravolgendo tradizioni millenarie. In pratica investirono sul futuro invertendo la rotta tracciata dai loro antenati per proiettare le nuove generazioni verso un futuro più radioso. Un salto da meridionali nel futuro e nella globalizzazione, un’ottima intuizione preventiva. Insomma una sorta di rivoluzione socio-culturale ante-litteram che anticipò di molto la tanto agognata “azione meridionalista” contro lo strapotere del nord del Paese e del resto d’Europa. Ed il risultato fu quello che ho descritto e che vide la crescita di una generazione di giovani talenti. Nella fattispecie, quella di Piaggine era passata tutta per le aule della prestigiosa Scuola Media (oggi Istituto Comprensivo) dove un pool di docenti dal grosso spessore culturale forgiò le nuove generazioni. Con un colpo di coda anche negli anni ’90 quando gli studenti di quell’Istituto vinsero il premio nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro indetto dall’Inail. “Ecco tutto questo, purtroppo, è finito” ha detto tra le righe Carmelo Conte “E oggi un giovane figlio della terra di Piaggine forse non avrà più la possibilità di arrivare a Roma come ministro della Repubblica”. Questo, secondo me, il messaggio di natura politico-culturale che l’ex ministro ha inteso lanciare ai suoi conterranei, alla sua Piaggine; ed in questo ha dimostrato la validità della sua statura politica. L’incontro è stato organizzato ottimamente dalla BCC Monte Pruno di Roscigno e di Laurino nell’ambito dei festeggiamenti del 50° anniversario della sua storia. Il padrone di casa, il lungimirante Michele Albanese –direttore generale della BCC-, con l’aiuto del moderatore Andrea Manzi e del sindaco Vairo, ha gestito al meglio tutta la manifestazione conclusasi con un sobrio ma completo buffet. Per il resto gli altri relatori, tutti docenti universitari (Carmine Pinto, Donato Domini e Silvia Siniscalchi) non hanno aggiunto niente di nuovo all’esaustivo libro di Carmelo Conte. “Il sud al tempo degli italiani” rimane un documento storico-politico molto importante, dall’ unità a Berlusconi per un Paese a due velocità, scritto da un politico con il coraggio di uno storico.