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lunedì 7 ottobre 2019

Piaggine- Protesta ad oltranza: don Loreto non celebra Messa perché la chiesa è vuota.


Piaggine-Seconda domenica di astensione dal rito religioso


I fedeli protestano: don Loreto lascia la chiesa
Molti e diversificati sono gli appelli che il popolo di Piaggine rivolge al vescovo di Vallo della Lucania affinché receda dalla decisione di affidare a don Loreto-già parroco di Campora e Laurino- le parrocchie di Piaggine e Valle dell'Angelo. Lo stesso sindaco Guglielmo Vairo, condividendo le motivazioni dei propri cittadini, convoca un consiglio comunale per discutere dell'argomento e, successivamente, si reca, con una delegazione di cui fanno parte anche alcuni consiglieri dell'opposizione, dal vicario del vescovo per perorare la causa dei fedeli.
L'incontro si conclude in nulla di fatto, anzi il vicario don Cosimo, che già a Piaggine aveva invitato i fedeli a "rimboccarsi le maniche e fare qualcosa" da buoni battezzati, invita ad accettare don Loreto ed a presenziare ai riti religiosi adducendo come giustificazione il fatto che la diocesi non dispone di un numero di sacerdoti tale da poterne destinare uno per ogni paese.
La comunità non ci sta, ritiene di essere stata già penalizzata nel passato, che senza una sicura, costante guida spirituale, il paese possa ripiombare nel buio della routine quotidiana, fatta di riti  freddi e formali. 
Don John, che era stato alla guida della parrocchia per solo poche settimane, era riuscito ad accendere nei cuori dei fedeli una luce di speranza, era riuscito ad entrare in sintonia con le persone ed a regalare loro una parola di conforto, a permeare l'atmosfera di un caldo afflato di umanità : perché il vescovo l'ha avocato a sé senza neanche permettergli di salutare i fedeli? Perché destinarlo a Rocca d'Aspide dove già c'è un sacerdote?
In un paese destinato ad un veloce decremento demografico,  che ha sofferto e soffre il fenomeno dell'emigrazione, dove c'è un elevatissimo tasso di disoccupazione, dove vengono meno i servizi essenziali, dove ci si sente distanti mille miglia dal capoluogo poiché le strade provinciali si stanno trasformando in tortuose mulattiere; in tale contesto l'indifferenza della chiesa viene vissuto come l'ennesimo colpo di grazia.
I popolo non ci sta  e,per la seconda domenica,diserta la funzione religiosa, non entra in chiesa e don Loreto, dopo aver atteso invano 40 minuti, esce dalla chiesa vuota,senza aver celebrato messa, mentre i fedeli , sotto un cielo plumbeo e piovigginoso intonano inni religiosi.
Non sappiamo quale sarà la conclusione di questa vicenda, ma comunque vada il popolo di Piaggine ne uscirà vincitore perché ha saputo unirsi, lasciando da parte i settarismi, perché è stato tenace e solidale nel perseguire obiettivi che appartengono a tutta la comunità e non al singolo.
                                                                                                                                    P.G.



giovedì 3 ottobre 2019

Don John: un po' di storia

Frammenti di storia: il parroco calciatore

 Da quando don John è giunto in Italia unanimi sono le lodi per il suo apostolato.didascalia
Da infocilento:
Don John, il parroco calciatore. Quando Don John, giovane prete di origini colombiane e reggente della parrocchia di Stella Cilento, qualche settimana fa, con la maglietta numero 13 dell'A.R. Stella Cilento, ha fatto il suo esordio ufficiale, in una partita del campionato provinciale di seconda categoria, in pochi credevano a ciò che stava accadendo.
E, invece, padre John Fredy Gutierrez Sanchez, è stato regolarmente tesserato dalla prima squadra di calcio del piccolo centro cilentano, diretta dal presidente Valerio Gozza, e la domenica, dopo aver celebrato messa, viene convocato e si unisce ai suoi compagni di squadra. Quella per il calcio è "una passione nata quando ero in seminario nel mio paese " afferma con orgoglio don John " e, oggi, grazie ai cittadini di Stella Cilento riesco a portare avanti". Padre John, 28 anni, scende in campo con la maglia numero 13 per la sua forte devozione a San Antonio da Padova e preferisce giocare in attacco, seguendo, forse, le orme del suo connazionale e concittadino Asprilla, attaccante del Parma degli anni '90, nativo del suo stesso paese, Tulua Valle. Tifa Juventus e segue con ammirazione il difensore dell'Inter Cordoba, per il suo impegno verso la Colombia. Durante la settimana, don John partecipa agli allenamenti con grande impegno, sudando e correndo avanti e indietro per il campo. Lo scorso dieci dicembre, quindi, fa l'esordio ufficiale a Futani, con la sua squadra in svantaggio di quattro gol e con un uomo in meno, a dieci minuti dal termine. "E' stata una bellissima esperienza entrare in campo e giocare " ricorda il parroco " prima per me e, poi, per la gente che non riusciva a credere che un prete potesse giocare". Anche il Vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, Mons. Giuseppe Rocco Favale, ha accolto con favore la scelta di padre John. "Il nostro Vescovo tiene moltissimo alla promozione dello sport nei seminari e attraverso gli oratori " spiega " So che mi prende in giro per qualche chilo di troppo e per la mia forma atletica non eccellente". Poi, don John, afferma che la sua scelta deve servire anche "per far capire che il sacerdote è una persona come le altre, è un amico e che è possibile portare la parola di Dio attraverso il contatto diretto con la gente. Oltre alla Chiesa ci sono anche altri momenti importanti per crescere, come ad esempio lo sport. Da quando ho cominciato a giocare la gente e i giovani in particolare si sono avvicinati ulteriormente alla messa domenicale e ai sacramenti". Il sogno, magari, è fare un gol in campionato. "Spero di riuscire anche a fare un gol prima del termine del campionato" è l'augurio del parroco di Stella Cilento." Mi diverto molto a giocare anche se non mi ritengo all'altezza dei miei compagni di squadra". In paese tutti fanno il tifo e vogliono molto bene a padre John, arrivato due anni fa per coprire il ruolo di don Salvatore Merola, storico parroco di Stella Cilento. "Don John si sta muovendo bene nella nostra comunità e fa sentire forte la sua presenza ", afferma Gerardo Miglino, che è anche uno dei dirigenti della A.R. Stella Cilento . Si è integrato bene e ha già provveduto a rispolverare il convento di San Bernardino dove ha creato un oratorio. In un paese intero che gioca a calcio era logico che anche il nostro parroco scendesse in campo. Voglio evidenziare che nel nostro comune, che ha appena 800 residenti, esistono ben tre squadre di calcio, quelle ufficiali di seconda e terza categoria, più un'altra squadra non ufficiale formata anche da ex calciatori, e con tanti giovani che si stanno facendo largo. La presenza nella nostra squadra di don John rende ancora più composti gli atteggiamenti dei nostri calciatori e anche le sconfitte più amare vengono accettate in maniera diversa". 
Giuseppe Feo








mercoledì 2 ottobre 2019

Brooklin- Lettera di un' italoamericana piagginese al vescovo di Vallo della Lucania

La mia chiesa è molto piccola e modesta, ma il parroco con i suoi modi ne fa' un tesoro

Sua Eccellenza monsignor Miniero
Mi chiamo Alba. Ho trascorso la mia fanciullezza a Piaggine prima di trasferirmi con la mia famiglia a Brooklin, New York dove vivo da molti anni.
Sto seguendo quello che sta avvenendo a Piaggine con interesse e sono sconcertata per ciò che accade ai fedeli affidati alla sua diocesi che si trovano in una situazione di disagio. Da quello che ho letto e visto Lei è irremovibile nella sua decisione, ma così facendo, anche se non lo è, mostra di essere superbo.
La gente di Piaggine è gente della sua diocesi, quindi anche gente sua perciò sarebbe opportuno  trattare la sua propria gente con un po' di rispetto, compassione e comprensione. 
Lei però non ha ritenuto i fedeli degni di una spiegazione, magari recandosi di persona a  Piaggine! Forse le cose si potevano risolvere con una semplice visita ed un po' di rispetto! Oppure poteva mandare il vicario il cui compito è quello di essere intermediario tra i fedeli e il vescovo!
 Perché non è andato a Piaggine a parlare con i fedeli, ad ascoltare quello che avevano da dire e forse anche pacificarli? Anche se alla fine Don John non poteva rimanere almeno i fedeli si meritavano quel rispetto!
 Io sono nella Parrocchia di Brooklyn/Queens con il Vescovo Nicola Di Marzio. Il Vescovo della diocesi di Bridgeport, Most Reverend Frank Caggiano, che ha studiato a Roma, è’ stato parroco della mia parrocchia per un paio di anni. Li conosco bene e vedo come loro trattano la loro gente. La differenza mi ha lasciata totalmente scioccata. Si sa bene che la Chiesa, sta attraversando un periodo molto triste: chiese che un tempo erano colme, adesso contano pochissima gente ed io penso che ciò è dovuto anche al fatto che coloro che hanno il compito di gestire la chiesa dovrebbero essere più umili e non mortificare le persone, altrimenti Gesù piange. Se ha la saggezza di ascoltare e di andare incontro ai desideri ed ai problemi della sua gente, forse il rispetto tornerà non solo per Lei ma anche verso la Chiesa in generale.
                            Cordialmente Alba Tramontano