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lunedì 12 maggio 2014

Piaggine-Massimo Smuraglia, in collaborazione con l'associazione "Il Cuore del Cilento e col patrocinio del Comune di Piaggine, presenta "Diario" di Giovanna Ramalli




Piaggine-Domenica 11 Maggio 2014
Massimo Smuraglia presenta "Diario"

A nome dell’associazione "Il Cuore del Cilento", che ho l'onore di rappresentare, ringrazio il regista Massimo Smuraglia per aver scelto Piaggine come location in cui rappresentare il lavoro  dedicato alla mamma.
Le pagine ingiallite del diario di Giovanna Ramalli, gelosamente custodite dal figlio, diventano un monologo teatrale cui  Federica Boccia conferisce linfa vitale con la sua lettura scenica.
Il Diario ci offre uno spaccato della nostra storia contemporanea, infatti esso va a collocarsi in un preciso momento storico, ossia durante la seconda guerra mondiale, quando l’Italia era divisa in due:
da un lato l’Italia settentrionale (con la repubblica di Salò) affidata a Mussolini, ma di fatto dominata dai Tedeschi con l’intenzione di occupare tutta la nazione;;
dall’altro lato l’Italia Meridionale governata da Badoglio e controllata dagli alleati anglo-americani che da un anno, combattendo contro i tedeschi e con l’aiuto dei partigiani,  avanzavano da Sud giungendo, a luglio del ’44in Toscana e precisamente a Pisa, Arezzo e Livorno.
A questo periodo fa riferimento il Diario della giovinetta di diciotto anni che , attraverso i propri stati d’animo, le proprie speranze, le proprie riflessioni ci fornisce un quadro veritiero  di un evento raccapricciante qual è la guerra.
  
Tramite la lettura scenica di alcune pagine, ci siamo calati nelle tristi vicende di una testimone oculare che ci ha fatto rivivere con ribrezzo gli orrori della guerra che abbrutisce l’uomo.
Raccapriccianti sono alcune pagine.
Quella dell' 8 giugno ’44 che parla dello sterminio di un’intera famiglia di cui si salva solo una nipotina di sette anni che grida per tutta la notte accompagnata solo dai cadaveri dei suoi e che contiene delle riflessioni molto profonde:
 “ Che cos’è la morte a sette anni?...  E’ chiedere alla mamma cos’è successo al pesce rosso e sentirsi dire che la sua anima è volata via e nuota libera nel regno dei mari e crederci ;  è una bambola sepolta in giardino, uno zio che è partito lontano, un nonno che riposa in cielo; E’una passeggiata in un posto silenzioso e pieno di fotografie e  la certezza che tanto un giorno ci rincontreremo, è una domanda, un dolore che si radica in silenzio, una malattia che colpisce senza clamore, che graffia senza strappare. La morte a 7 anni è un’assenza, non la presenza ingombrante di corpi morti  su di te, non il sangue di tuo padre che ti macchia il vestito, non l’abbraccio irrigidito di tua madre intorno al collo. La morte a 7 anni è un’idea, non le unghia viola di tua sorella, non l’invasore, non il suo fucile senza senso. La morte a 7 anni è iniziare troppo presto ad odiare il mondo. Vorrei pregare ma non ho più preghiere, vorrei gridare ma non ho più voce, vorrei nascondermi ma non ho più rifugi. Ho solo gli occhi per vedere. “
Anche la morte, durante la guerra, diventa un fatto atroce! 
 
Quella del 31 luglio ’44 che parla della fucilazione dei vecchi e  dell’insegnante di tedesco che si era opposta a tale atrocità.

Quella del 6 luglio ’44 che di Giovanna ci mostra gli interrogativi, i sentimenti e gli stati d’animo che sembrano essere universali:
Che cos’è la felicità; che cos’è il tempo durante la guerra?
"... Il tempo è  una colla che tiene uniti i giorni. Ora questa colla è secca e i giorni si staccano uno dall'altro come le pagine di un libro antico. Allora succede che non si sa più che cosa viene prima e che cosa dopo, le parole non formano più le frasi e le frasi non formano più la storia e il libro non si può più leggere.”

Quella del 29 luglio ’44 che parla della speranza.
Gli alleati non arrivano, sono schierati al di là dell'Arno e aspettano rinforzi. Anche noi aspettiamo. Mancano i viveri e le cannonate giungono fin sopra l'ospedale e il Duomo. Si è proprio avverato il motto di quel lurido Mussolini: Vivere pericolosamente! Questa non è una guerra, è un omicidio legalizzato!...
…Ho scommesso con Olinto 50 lire che domenica gli Alleati non ci sono ancora. Quanto vorrei perderla. “
La rappresentazione scenica del diario fatta da Ilaria Mavilla e dal regista Massimo Smuraglia ci offre la possibilità di conoscere una storia vera e genuina, una storia diversa da quella arida, fatta di nomi e di date in cui gli eventi si susseguono a ritmo incessante, una storia narrata attraverso una forma letteraria che, usando il presente, la attualizza, ci coinvolge e ci avvince quasi fossimo protagonisti..
Il monologo, a mio avviso, costituisce  una preziosa testimonianza che ci permette di conoscere gli errori del passato per non ripeterli più e che induce a riflettere sul presente; un presente in cui convivono tutti gli elementi che portarono al verificarsi della dittatura del nazi-fascismo e della seconda guerra mondiale: il culto della personalità, l’individualismo, il pensiero unico, la crisi  economica.
Dunque bisogna essere vigili affinché trionfi non l’ignoranza, l’autoritarismo e la forza, non la dittatura, ma la democrazia.
                                                                                                        Gilda

































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