CAMERA DEI DEPUTATI
XVII LEGISLATURA
Allegato B
Seduta di Martedì 19 novembre 2013
ATTI DI CONTROLLO
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interpellanze:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, per sapere – premesso che:
i Parchi nazionali, le Riserve dello Stato e le Aree marine protette sono un importante
patrimonio per l'Italia, che rimane il Paese europeo più ricco di biodiversità con 57.468 specie
animali (8,6 per cento endemiche) 12.000 specie floristiche (13.5 per cento endemiche). Purtroppo
però molto di questo patrimonio è oggi seriamente minacciato: attualmente sono a rischio il 68 per
cento dei vertebrati terrestri, il 66 per cento degli uccelli, il 64 per cento dei mammiferi e l'88 per
cento dei pesci di acqua dolce;
il taglio dei finanziamenti alla spesa pubblica ha sino ad oggi seriamente coinvolto i Parchi
nazionali e le aree marine protette con una riduzione significativa degli investimenti per la
conservazione e valorizzazione della biodiversità;
non sono mai stati declinati gli obiettivi di conservazione della biodiversità che le singole
aree protette intendono perseguire, condizione pregiudiziale per avviare autentiche e concrete
politiche di sistema; gli impegni a livello internazionale ed europeo per la conservazione della
biodiversità richiedono uno sforzo straordinario per promuovere e sostenere adeguate politiche
nazionali per le aree naturali protette terrestri e marine, per una gestione sostenibile della fauna
selvatica e delle altre risorse naturali, per una pianificazione territoriale che privilegi le azioni di
connessione tra ecosistemi alle numerose e prevalenti attività di frammentazione;
la Convenzione internazionale sulla biodiversità (CBD) ha evidenziato il valore fondamentale
della conservazione e della razionale gestione del capitale naturale, come base essenziale delle
nostre economie, ed ha per questo impegnato i Governi ad attuare politiche proattive in difesa della
biodiversità richiamando il pieno e responsabile coinvolgimento di tutti gli attori sociali ed
economici interessati;
la CBD, ratificata nel 1994 dal Parlamento italiano, impegna il nostro Paese ad assumere tutte
le iniziative possibili per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020, elaborando strategie, piani
o programmi nazionali per garantire la conservazione e l'utilizzazione durevole della diversità
biologica ed integrarla nelle politiche settoriali o plurisettoriali pertinenti;
nell'ottobre 2010 la Conferenza Stato-regioni ha adottato la Strategia nazionale per la
biodiversità ma ancora oggi l'Italia deve assumere impegni e realizzare le azioni necessarie per
contribuire al raggiungimento degli obiettivi 2020 stabiliti dalla Strategia europea per la
conservazione della biodiversità; nel nostro Paese la gestione ed attuazione delle misure di
conservazione dei siti Natura 2000 avvengono essenzialmente attraverso atti burocratici formali
piuttosto che azioni e progetti concreti sul territorio in grado di cogliere anche le opportunità di
sviluppo economico ed occupazionale che una corretta valorizzazione del nostro patrimonio
naturale sarebbe in grado di offrire, le conseguenze di queste mancate politiche di sistema portano a
far prevalere gli interessi speculativi rispetto alla tutela dell'ambiente e della biodiversità come nel
recente caso, autorizzato dal comune di Piaggine (SA), dell'abbattimento di circa 1500 piante di
faggio, in gran parte di alto fusto, alcune di dimensioni monumentali in una delle aree forestali
meglio conservate dell'intero Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, che fa parte
della Rete «Natura 2000» ed è ricompresa nel SIC «Monte Cervati, Centaurino e Montagne di
Laurino» IT8050024;
quanto accaduto nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e ad avviso degli
interroganti il risultato sintomatico dell'insipienza burocratica dimostrata dal livello amministrativo
comunale, regionale e del Parco che, unita alla necessità di far cassa da parte dei comuni, ha
consentito, attraverso una rete di interessi e complicità con le aziende forestali locali, lo
sfruttamento indiscriminato della produzione legnosa del bosco del Parco nazionale anziché
conservarne e migliorarne la biodiversità;
secondo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in Italia ci sono
820.000 ettari di boschi e foreste preservate che assorbono ogni anno una quantità di gas serra
stimata in 145 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti;
facendo un calcolo a partire dalle indicazioni del Teeb (The economics of ecosystems and
biodiversity), solo dal punto di vista della riduzione delle emissioni a effetto serra, i boschi e le
foreste italiane valgono quasi 600 milioni di dollari, pari a 447 milioni di euro –:
se il Ministro, anche in relazione alla prossima Conferenza nazionale «La Natura dell'Italia.
Biodiversità e aree protette: la green economy per il rilancio del Paese», non ritenga che la strada
maestra della green economy sia dare finalmente valore al capitale naturale con gli straordinari
servizi che gli ecosistemi ci offrono gratuitamente, tutti i giorni, e, a tal fine, se non reputi utile
costituire uno specifico «Fondo per la Biodiversità» attraverso meccanismi collegati alla fiscalità
ordinaria dello Stato ed alla possibilità d'introdurre strumenti per il pagamento dei servizi degli
ecosistemi;
se non sia opportuno fare riferimento agli obiettivi della Strategia nazionale biodiversità nei
processi di programmazione economica nei diversi settori, con particolare riferimento alla
programmazione dei fondi europei e delle risorse nazionali destinate allo sviluppo dei territori;
se non ritenga necessario approvare al più presto adeguati provvedimenti per garantire, da
parte delle autorità competenti, una efficace valutazione degli studi d'incidenza delle opere e dei
progetti proposti nelle aree dei siti Natura 2000 o in grado di determinare possibili minacce alla
biodiversità.
(2-00306) «Pellegrino, Zan, Zaratti».
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del
mare, per sapere – premesso che:
lo scorso 9 novembre 2013, anche a seguito delle proteste e delle pubbliche denunce di
cittadini e delle associazioni ambientaliste locali, il Corpo forestale dello Stato dell'ufficio di
coordinamento di Vallo della Lucania ha posto sotto sequestro, in località Temponi e piano degli
Zingari del comune di Piaggine (SA), un'area boscata di circa 110 ettari – nella quale si stava
realizzando un taglio boschivo in carenza di autorizzazioni – ed il materiale legnoso già tagliato e
giacente a terra nell'area di cantiere per un totale di circa 1.000 quintali. Sono stati inoltre
denunciati, all'Autorità giudiziaria, i titolari delle due ditte boschive, che eseguivano i tagli, per i
reati di taglio boschivo non autorizzato, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali di una
zona di alto pregio ambientale;
in tale area forestale, il Corpo forestale dello Stato aveva infatti verificato che, su terreno di
proprietà comunale, era in corso il taglio di utilizzazione di un bosco governato ad alto fusto di
specie faggio;
grazie alle indagini condotte, alle acquisizioni documentali esperite ed alle verifiche sul
campo, il Corpo forestale dello Stato ha accertato che le attività di taglio ed utilizzazione boschiva
venivano eseguite in carenza delle necessarie autorizzazioni mentre, ove le autorizzazioni sono state
rilasciate, le medesime attività risultano in contrasto con la vocazione cui le aree in questione sono
destinate;
i tagli sinora effettuati hanno arrecato seri danni all'habitat forestale tutelato ed alla
biodiversità, con l'abbattimento di circa 1200 - 1500 piante di faggio, in gran parte di alto fusto,
alcune di dimensioni monumentali con tronchi di diametro anche superiore ad 1 metro;
i tagli sono stati effettuati persino sul ciglio di doline ed inghiottitoi carsici con conseguente
grave danno anche paesaggistico e con modalità distruttive quali apertura di piste di esbosco con
mezzi cingolati che hanno gravemente danneggiato il soprasuolo della faggeta;
l'area ove è avvenuta la devastazione ambientale si trova nel cuore del Parco nazionale del
Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, a circa 1400 metri di altitudine nella suggestiva cornice del
Monte Cervati dove il faggio trova il proprio habitat ideale;
il taglio boschivo ha interessato 5 particelle boschive (49, 51, 55, 57, 58) del previgente
«Piano di assestamento forestale» ed è stato autorizzato dal comune con propria delibera n. 43 del
14 giugno 2012;
detti tagli boschivi ricadono in Zona B1 di «Riserva generale orientata» secondo la
zonizzazione definita dal «Piano del Parco», in vigore dal 14 giugno 2010;
il bosco oggetto del danneggiamento fa parte della Rete «Natura 2000», istituita in attuazione
della direttiva europea 92/43/CE, poiché ricade nell'ampia ZPS «Monte Cervati e dintorni»
IT8050046;
detta area è anche ricompresa nel SIC «Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino»
IT8050024, costituendo una delle aree forestali meglio conservate dell'intero Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, posta ai piedi del versante settentrionale del Monte Cervati (m.
1899 sul livello del mare);
nel bosco è accertata la nidificazione del picchio nero, dryocopus martius, specie a rischio di
estinzione elencata nell'Allegato I alla direttiva europea «Uccelli selvatici» 2009/147/CE, oggetto
pertanto della speciale disciplina di tutela prevista dall'articolo 4 della direttiva in parola «mediante
misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat»;
le località Temponi e Piano degli Zingari sul Monte Cervati, rientrano in quelle aree
denominate Riserva Generale Orientata nelle quali il piano di gestione dell'ente parco prevede per i
boschi di alto fusto, solo tagli per prevalenti fini protettivi e non mai tagli con finalità produttiva ed
economica come accertato nella circostanza –:
quali siano, alla luce di quanto esposto in premessa, gli intendimenti del Ministro per
preservare e difendere il patrimonio boschivo del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed
Alburni;
a parte la benemerita azione posta in atto dal locale ufficio del Corpo forestale dello Stato,
quale sia stata, e quale sia l'attività di controllo da parte degli uffici del Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare;
quale sia stata l'azione di verifica e salvaguardia dei boschi da parte degli uffici del suddetto
parco nazionale;
quali azioni si intenda intraprendere affinché venga rispettata la vocazione e la destinazione
naturale delle aree inserite e tutelate nei parchi nazionali;
quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, si intendano adottare nei confronti di
quanti hanno consentito lo scempio sopra illustrato, con interventi che mettono a rischio o, ancor
peggio come nel caso in esame, distruggono aree di alto valore ambientale in palese contrasto con
gli strumenti di tutela, pianificazione e gestione del territorio ma autorizzati dalla locale
amministrazione comunale e con, addirittura, il nulla osta degli uffici della Regione e dell'Ente
Parco.
(2-00307) «Pellegrino, Zan, Zaratti, Migliore, Giancarlo Giordano, Ferrara, Ragosta, Scotto».
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