Carnevale 2015 a Piaggine (Sa)
L'associazione il Cuore del Cilento e l'Amministrazione comunale di Piaggine
hanno organizzato la Festa di Carnevale 2015 .
Le mascherine, accompagnate dai genitori, si sono incontrate in piazza V. Veneto dove ad accoglierli ci sono la presidente dell' associazione, il Sindaco del Comune e gli artisti di strada.
I Greci festeggiavano le antiche Dionisie che costituivano un evento di coesione sociale poiché permettevano a tutti, perfino ai reclusi ,di parteciparvi.
La festa durava tre giorni detti "boccali" o "apertura delle botti" perché in questo periodo si spillava il vino nuovo che veniva assaggiato ed offerto in sacrificio al dio Dioniso a cui si inneggiava con grande ebbrezza.
In questi giorni si facevano anche gare di bevute di vino, si usavano maschere (Dioniso dio della maschera) e si facevano cortei.
Presso i Romani si festeggiavano i Saturnali che iniziavano con banchetti e sacrifici al dio Saturno.
Durante le feste si sovvertiva l'ordine sociale e gli schiavi venivano considerati uomini liberi. Si eleggeva un princeps ( caricatura dei nobili) vestito con una buffa maschera.
Il priceps impersonava anche una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) che proteggeva i raccolti.
Queste divinità uscite dal sottosuolo vagavano in corteo in inverno, quando la terra riposava e bisognava offrirgli doni e feste per indurli a tornare nell'aldilà dove avrebbero favorito il raccolto della stagione estiva. Una specie di corteo di Carnevale.
Presso i popoli indoeuropei e mesopotamici le cerimonie carnevalesche hanno una valenza purificatoria I corpi provvisori, che indossano maschere , rappresentano
la divinità e sono il segno della commistione tra i vivi ed i morti e
le frontiere tra vivi e morti vengono annullate.
L'ordine ed il
tempo vengono scomposti dalla manifestazione del Carnevale, che è
trasgressione,; poi vengono ricomposti con un funerale del " Carnevale"
che comporta bruciamento o decapitazione o annegamento. Tutto ciò sta a
simboleggiare l'annientamento del vecchio mondo e la rigenerazione del
tempo
Il nostro Carnevale, il Carnevale "chiainaro" si festeggia così:
Nelle
ultime settimane vicine al martedì grasso, bambini ed adulti mascherati
girano di vicinato in vicinato; di casa in casa scherzando, ridendo e
ballando e ricevono in dono salsiccia stagionata, vino, fichi e frutta
secca. Si cerca il più possibile di non farsi riconoscere dai padroni di
casa e dai gruppi di maschere che gironzolano per il paese.
Nel giorno di Carnevale un gruppo di adulti portano in
giro per il paese, seduto su una sedia, un fantoccio di paglia nella
cui giacca, "mpietto" è stata inserita una damigiana per raccogliere il
vino offerto; un altro coponente del gruppo porta invece la "vertula"
(bisaccia) per la raccolta di salsiccia e pane. Tutto il cibo donato
viene consumato in allegria, tra suoni, canti e balli, assieme ai
compaesani in una piazzetta del paese.
Allorquando lo stomaco del pupazzo Carnevale è stato
vuotato del vino ed i festeggianti sono sazi di cibo e di baldoria, in
corteo, tutti gli astanti si avviano verso il ponte che sovrasta la
cascata, , incendiano o impiccano il fantoccio e poi lo gettano nella
"palata" le cui acque lo trasportano lontano, lungo il corso del fiume
Calore.
La fine violenta del fantoccio pone fine ai festeggiamenti e costituisce un augurio per il nuovo anno.
E' facile dunque cogliere le similitudini tra i nostri festeggiamenti e quelli di tanto tempo fa.
Come
una volta si ha l'inversione dei ruoli ( maschio/femmina;
bambino/adulto), l'irrisione dell'ordine stabilito ed il capovolgimento
dell'autorità costituita.
Come una volta il fantoccio diventa il capro espiatorio
dei mali del passato che si lascia alle spalle per avviarsi verso un
futuro prospero di benessere.
Anche nella nostra festa di Carnevale, l'acqua che scorre nel fiume assume una
valenza purificatrice e nello stesso tempo simboleggia lo scorrere del
tempo, mentre l'annegamento del Carnevale dimostra il bisogno di
rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso.
Buona visione a tutti.
Ecco una vecchia canzone sul Carnevale a Piaggine
pubblicata da Rosa Maria Di Siervi:
L'omo ch'è sempre fauzu e mienzu pacciu
e cchiù sencere è lu carnaluvaru
se mette nata faccia re cartacciu
e t'accummenz'a fa lu paru e sparu,
e doppu fattu l'òtre e sangunaccio,
nun s'alluntana mai ra lu vuttaru;
face lo scemu e face lo pagliacciu
pecché chiri tre ghiuorni parla chiaru.
Ringrazio tutti coloro che con la propria partecipazione ed il proprio contributo hanno reso possibile il realizzarsi di questa bellissima manifestazione: i soci, i genitori, l'amministrazione comunale ed i giovani Carmelo e Tonino.
Gilda