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sabato 12 gennaio 2013

La tradizione delle " focare" a Piaggine, alle falde del monte Cervati, nell'alto Cilento.

Natale 2013
  La tradizione delle focare
a Piaggine (Sa)










































Natale 2012
  La tradizione delle focare
Gli artefici della focara del vicinato San Giuseppe, al termine del lavoro, soddisfatti, si mettono in posa per farsi immortalare.


Focara del rione San Giuseppe

Giovani che hanno provveduto a "caricare" la focara


La sera della vigilia di Natale, nel piccolo borgo medioevale di Piaggine, nei vari vicinati del centro storico, vengono accesi dei grandi falò detti focare.

Durante tutto il mese di dicembre i bambini ed i giovani si procurano tronchi e radici  d'albero abbandonati nelle campagne oppure della legna offerta dalle famiglie.

All'imbrunire, i giovani e gli adulti del vicinato, in un'atmosfera gioiosa e con la perizia necessaria,
" caricano"  la focara, avendo l'accortezza di mettere i ceppi grossi sotto e la legna piu leggera sopra, mentre al cerntro si posizionano le fascine necessarie per l'accensione.

Alla fine  si ottiene una pira rotonda, alla sommità della quale viene messo un fantoccio che , probabilmente, simboleggia l'anno vecchio che brucia, poiché è terminato.





La tradizione delle focare affonda le radici nella notte dei tempi, nfatti essa discende da riti propiziatori ancestrali durante i quali si offriva qualcosa alle divinità per ingraziarsele ed ottenerne favori in cambio.

Le fiamme ed il fuoco inoltre in tutte le società erano utilizzati come elementi di festa  e rappresentavano la purificazione, la cacciata dell'oscurità e del male, ma indicavano anche rinascita ed aggrgazione sociale.


La capomastra Milena con i cugini (tutti realizzatori della focara)


Fino a pochi anni addietro le fiamme delle focare, a parere delle popolazioni contadine locali, avevano carattere divinatorio ed, a seconda della direzione delle faville,  si poteva prevedere un'annata buona o un periodo di carestie.

Le tradizioni odierne legate al Natale nascono dal sincretismo tra riti di origine pagana  ed usanze popolari che sono sopravvissute ed a cui si è sovrapposta la cultura cattolica.

Così il Natalis era presente nel calendario romano col nome Dies Natalis Solis Invicti. Sembra che poi,  con l'avvento del Cristianesimo, si sia sostituita la festa della nascita del Sole Invitto con quella della nascita di Cristo.

Brucia la focara con pieno vigore

Nel XXVIII canto dell' Inferno, Dante parla di vento di Focara che è un monte dal quale soffiano venti impetuosi cui i marinai fanno voti.
"Tra l'isola di Cipri e di Maiolica 
non vide mai sì gran fallo Nettuno,   
non da pirate, non da gente argolica.    
Quel traditor che vede pur con l'uno,    
e tien la terra che tale qui meco      
vorrebbe di vedere esser digiuno,     
farà venirli a parlamento seco;      
poi farà sì, ch'al vento di Focara
non sarà lor mestier voto né preco."     
     
Brucia la focara al culmine della sua potenza!
"Mamma che cauru" tra poco la brace è pronta per arrostire le salsicce!

Dante qui si riferiva al territorio vicino a Pesaro, chiamato le terre di Focara. Queste, si pensa, erano così chiamate perché venivano accesi tanti fuochi, per richiamare l'attenzione dei naviganti che arrivavano in prossimità del pericoloso promontorio, o, per la presenza di fornaci dove si cuocevano laterizi e terrecotte (dal dialetto romagnolo fuchèr o fughèr, cioè focare per cuocere i laterizi).
..." e mo ce vo na tarantella"







Un tempo ogni vicinato provvedeva ad allestire la propria focara e condivideva con familiari, amici e vicini di casa, impegno, lavoro ed un'atmosfera gioiosa simile a quella che si viveva davanti al proprio caminetto; oggi solo tre/ quattro vicinati fanno la loro focara .

 La  tradizione cattolica vuole che durante tutta la gelida notte di Natale arda il grande fuoco dei falò per riscaldare il Bambino Gesù.
Salsiccia e costine: ...che  buone!

Le fiamme vengono tenute vive fino al giorno seguente, ossia il giorno di Natale, in cui si estinguerà e resterà solo un cumulo di brace.


A tarda notte, giovani, bambini ed adulti si riuniscono intorno alla brace della focara intenti ad arrostire costine e salsiccia ed a gustare un buon bicchiere di vino paesano, contenti di condividere con i vicini di casa un momento di festa.




Che bello stare tutti insieme!








               








Questi momenti di aggregazione sono importantissimi per gli abitanti dei vicinati e del paese poiché fanno comprendere che vivere la vita insieme è bello e divertente.
" La focara è fenuta ... e mo ce pigliamo lu premiu!"

Focara dei Purcili (piazza V. Veneto)

La focara dei Purcili finalmente incomincia a bruciare



Focara della "Tempa"


Babbo Natale, nella persona di Paolo Vigorito.
Tutti coloro che vogliano fornire conoscenze, suggerimenti o materiali, possono farlo inserendoli nei commenti. Provvederò io successivamente ad inserirli nel post.
                                                                        Ringraziamenti   
                                                                                             Gilda Petrone


Il presepe del vicinato San Giuseppe- natale 2012