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venerdì 14 settembre 2012

Presentazione del film di M. Smuraglia: Non è più tempo di martiri.

Massimo Smuraglia ed il suo cast
                                                                 
 

NON E' PIU' TEMPO DI MARTIRI Trailer
(Clicca sul link per vedere)


Regia di Massimo Smuraglia. Interpreti scelti fra gli abitanti dei Paesi Campora e Piaggine  nel Cilento
Tra gli interpreti oltre al presidente della Comunità Montana Calore Salernitano, i neoattori di Piaggine: Pasquale Rizzo, Carmelo Arcaro, Emiddio Petraglia ed altri.
  
Il film è una rappresentazione della  figura del frate cappuccino Giuseppe Feola, nato a Campora, vissuto tra il 1813 ed il 1863, animato da ardore religioso e da fervore patriottico e dedito ai poveri che provvedeva anche ad istruire.

Egli, che pure faceva parte del clero, ebbe il torto di scrivere un libro contro il potere temporale del papa e di inneggiare a Vittorio Emanuele II e perciò fu sorvegliato e costretto dalle autorità a peregrinare da un convento all'altro.

Da liberale, si contrappose ai Borbone, ormai in esilio  e quindi subì la vendetta dei briganti che parteggiavano sia per Francesco II di Borbone che per il papa.
-Così racconta A. Caiazza: "Il padre Giuseppe Feola fu messo nella piazza con le spalle al muro e tre briganti... eseguirono la sua fucilazione. Ma le pallottole sparategli al petto non bastarono a uccidere il cappuccino. La cosa fu riferita al maggiore Tardio che ordinò di finirlo a colpi di stilo ( e secondo la versione di Raffaele Lettieri- poi smentita in fase processuale- lo stesso Tardio, quasi indispettito che il padre non volesse morire, gli diede un colpo di sciabola finendolo).- 
Rappresenterà questo film la storia "dei senza storia" ossia dei piccoli contadini, dei braccianti e di  tutta la povera gente analfabeta, costretta a subire  una doppia violenza: da un lato le vessazioni dei Piemontesi  e dall'alro le prepotenze  dei briganti?
Certamente, credo, non sarà un'esaltazione delle prepotenze, delle violenze e dell'omertà perpetrate dai briganti nei confronti delle popolazioni locali, la maggior parte delle quali stentava a "sbarcare il lunario" e si disinteressava sia della politica che delle questioni istituzionali!
Tra non molto avremo modo di prendere visione dell'intero film e ci renderemo conto dell'interpretazione che Smuraglia ha dato del fenomeno del brigantaggio postunitario. Intanto gustatevi questo trailer!
                                                                                                              Gilda Petrone

domenica 2 settembre 2012

PROVERBI PIAGGINESI: La concretezza e l'attenzione




Mentre si sta facendo qualcosa di importante, bisogna essere attenti e non perdersi in chiacchiere.

Un proverbio cilentano dice:
 - Le chiacchiere 'nandi a lu furnu so' perdemiento re pane-

La favola  "La lontra e la volpe", inventata dalla ragazzina Giulia Petrone dice:

Una lontra aveva lavorato per un mese intero per costruirsi la propria casetta. A lavoro terminato, si accorse che non  aveva fatto le provviste necessarie perciò si rimboccò di nuovo le maniche per andare alla ricerca di cibo.

Si tuffò e rituffò più volte nelle fredde acque del fiume Calore, frugandolo da cima a fondo ed a fine giornata, tutta contenta, portò a casa un bel cesto di trote.

Nell'entrare in casa propria, però, vide una volpe seduta al suo tavolo e le chiese:<< Cosa fai tu in casa mia?>>  e la volpe rispose<< Oggi voglio mangiare con te!>>

La lontra pensò un attimo e poi acconsentì perché desiderava stare un po' in compagnia, ma, mentre arrostiva le trote, si distrasse nel parlare con la volpe ed intanto le trote si bruciarono.

Le due comari, in un primo momento, non si erano accorte di nulla, poi incominciarono a sentire puzza di bruciato e si accorsero che le trote erano bruciate ed ormai non c'era più nulla da fare.

La lontra pensò che la volpe, astuta ed invidiosa, l'avesse intrattenuta volutamente a parlare per farle bruciare le trote, perciò la buttò fuori di casa a calcioni ed, arrabbiata, buttò le trote dicendo << Le chiacchiere 'nanti a lu furnu so' perdmiento re pane>>