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mercoledì 29 agosto 2012

Piaggine- Carcarole: Festa tra amici organizzata da Cosimo Rizzo & C.




L'HO SCRITTA DI GETTO E TE LA INVIO IN ANTEPRIMA IN SEGUITO SICURAMENTE POTREBBE SUBIRE DEGLI AGGIUSTAMENTI:

CUM'A ATI TIEMBI

Era già quànno l'estate
ra tànda vène salutata,
mmitato ra Carmelo
a le Cchiaìne mmè sò truvato,
quànno 'ntuòrno èra scurato
e ss'appicciano le llùci
accucchianno la ggènde
ppè reposare e cantare.
Inda na viarèdda cecata,
ccù sulo paci 'ntuòrno,
appreparata aspettava
na tavulata longa, longa:
justo, justo quànn'èra la via.
Sulo lu prufessore Pascale
'nge 'stài ccù na bella famiglia
e ll'anima e lu còre àve ràto
ppè ffà bella 'sta serata,
ll'àti sò partuti ppè le ccittà,
addòve nù se rire e nù se canda.
A n'angulo rùie caòrare,
pariano chère addòve
se voddeno le bbuttiglie:
una ppè scaurare maccarùni,
ind'a n'àta già vuddia ra tièmbo
carna re pècora spretezzata.
Zichi e gruòssi, na cinquantina,
assettati cum'a na fèsta r'àti tièmbi
o re na zita re na vòta.
Caso re pècora ccù la lacrema,
na spasa re fèdde re longa
e ognaruno pigliava e mangiava,
lu vino già scinnia senza 'nduppi,
'ntramende se spannìa
tànd'allerìa accumpagnata
ra le ccòrde re chitarra e mandulino.
Pure li cùndi se 'mbucavano
e sembe cchiù assai si rirìa.
A mmàm'a mmàno ca ll'òre
passavano e se faciano cchiù zèche
arreto se turnava ccù ll'ànni.
Nu piatto re maccaruni ccù lu ccàso
nu mumendo ne l'avimo strafocato,
propiamende cum'a 'ntièmbi re 'uerra.
Subbitamende apprièsso carna.
ma carna re pècora: èra bbòna,
nisciuno n'àve lassàto nu zico,
ppè quatt'òre àve vudduta:
si nù lu ssàpivi manco te n'accurgivi.
Pò... casocavallo e ccàso ancora,
le bbuttiglie re vino nù se cundavano,
pure lu mièrico mangiava e bbivìa.
Sulo io furastiero ma mme sò truvato,
che bello, cum'a la casa mia,
mm'àvia scurdato 'stà bella àllerìa.
Canzuni e puìsie avimo scagnulato,
lu cchiù sfrenato èra Carmelo,
tàndo ca pure le stelle zinniavano
'uardanno a capabascio inda lu vico.
Rùci, spumande a amàro
àno fatto lu riesto e nù è mancata
na lacrema, nu surriso e pò..., inziemi,
ccù lu bicchieri a capammonde:
ll'anno ca bbène tutti ccà n'àta vòta.

elia nese 2012
































Arancini siciliani di Mara

L'ex ministro Carmelo Conte presenta il suo libro a Piaggine

CONTE: il sud al tempo degli italiani. L'ex ministro si emoziona a Piaggine

Da "il Quotidiano di Salerno" -

Estratto da “il Quotidiano di Salerno”, del 28 agosto 2012
Aldo Bianchini (Piaggine)
il Quotidiano di Salerno - CONTE: il sud al tempo degli italiani
PIAGGINE (SA) - L‘ennesima presentazione pubblica del libro “Il sud al tempo degli italiani” (ed. Rubbettino) scritto da Carmelo Conte ha evidenziato, a mio giudizio, due aspetti assolutamente nuovi rispetto alle presentazioni precedenti. In primo luogo un Carmelo Conte diverso dalle altre occasioni, meno sicuro e incisivo, fortemente emozionato di trovarsi nella “sua Piaggine”, con la certezza che “nessuno è profeta in patria”. In secondo luogo un Carmelo Conte che lancia proclami come se stesse scrivendo le sue volontà testamentarie, di natura politica ovviamente. Questo versione inedita di Carmelo Conte mi ha lasciato perplesso, poi ho capito che molto probabilmente è stata l’emozione a giocargli un brutto scherzo. Ero, e sono, abituato da sempre al politico di razza in corsa e non all’ex politico in caduta libera, forse, irreversibile. Ma quella dell’altro giorno a Piaggine può essere stata soltanto una battuta d’arresto momentanea nell’attesa di riprendere con vigore le file del discorso e la via della battaglia politica. La visibile stanchezza e il caldo avranno, forse, inciso in maniera marcata sulla tempra dell’ex ministro per le aree urbane. Un passaggio, in particolare, mi ha colpito del suo intervento: “I meridionali fin dal 1861 sono stati sempre ospiti al tavolo delle decisioni di governo, eccezion fatta per il periodo compreso tra gli anni ’70 e ’90 con la crescita di una generazione politica molto importante e produttiva”. Poi con voce rotta dalla commozione ha aggiunto e concluso: “Quella generazione che ha consentito al figlio di un pastore, come me, di diventare ministro della Repubblica. Io non mi arrendo, Piaggine non deve arrendersi”. E’ questo il testamento politico dell’uomo del sud, figlio di un pastore, diventato ministro. Un testamento tutto rivolto ai giovani, nel ricordo di quei giovani degli anni 60 che piano piano, partendo dal nulla di Piaggine ed affiancando sempre e comunque il loro leader naturale misero a segno obiettivi di assoluta grandezza invadendo i Palazzi Romani del potere. Da Piaggine al Ministero della Pubblica Istruzione, da Piaggine al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, da Piaggine al Ministero della Sanità, da Piaggine al Ministero della Difesa, da Piaggine al Ministero dei Lavori Pubblici, da Piaggine al Ministero dell’Interno, e questo solo per ricordare alcune delle mete conquistate dai “figli dei pastori di Piaggine”, alla stregua dei “figli delle chiancarelle” di Salerno. Sulla scia degli incalzanti successi elettorali e politici di Carmelo Conte tutta la zona della Valle del Calore (da Piaggine a Sacco, da Roscigno ad Aquara, da Felitto a Laurino, da Roccadaspide a Castel San Lorenzo, solo per citare alcuni comuni !!) ne risentì con effetti assolutamente benefici e i risultati si videro anche nella città capoluogo di Salerno dove praticamente ci fu una occupazione sistematica di tutte le poltrone che contavano, dagli Enti di Previdenza agli Ospedali, dall’Ispettorato del Lavoro all’Arma dei Carabinieri, ecc. ecc. Sembrava che tutta la “intellighenzia” dell’epoca provenisse dalla Valle del Calore, e non per meriti indotti dalla politica ma esclusivamente per meriti individuali. Quella fu l’epoca in cui i piccoli e medi proprietari terrieri del Cilento, della Valle del Calore e del Vallo di Diano fecero scelte molto importanti impegnando i loro averi per mandare i figli a studiare stravolgendo tradizioni millenarie. In pratica investirono sul futuro invertendo la rotta tracciata dai loro antenati per proiettare le nuove generazioni verso un futuro più radioso. Un salto da meridionali nel futuro e nella globalizzazione, un’ottima intuizione preventiva. Insomma una sorta di rivoluzione socio-culturale ante-litteram che anticipò di molto la tanto agognata “azione meridionalista” contro lo strapotere del nord del Paese e del resto d’Europa. Ed il risultato fu quello che ho descritto e che vide la crescita di una generazione di giovani talenti. Nella fattispecie, quella di Piaggine era passata tutta per le aule della prestigiosa Scuola Media (oggi Istituto Comprensivo) dove un pool di docenti dal grosso spessore culturale forgiò le nuove generazioni. Con un colpo di coda anche negli anni ’90 quando gli studenti di quell’Istituto vinsero il premio nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro indetto dall’Inail. “Ecco tutto questo, purtroppo, è finito” ha detto tra le righe Carmelo Conte “E oggi un giovane figlio della terra di Piaggine forse non avrà più la possibilità di arrivare a Roma come ministro della Repubblica”. Questo, secondo me, il messaggio di natura politico-culturale che l’ex ministro ha inteso lanciare ai suoi conterranei, alla sua Piaggine; ed in questo ha dimostrato la validità della sua statura politica. L’incontro è stato organizzato ottimamente dalla BCC Monte Pruno di Roscigno e di Laurino nell’ambito dei festeggiamenti del 50° anniversario della sua storia. Il padrone di casa, il lungimirante Michele Albanese –direttore generale della BCC-, con l’aiuto del moderatore Andrea Manzi e del sindaco Vairo, ha gestito al meglio tutta la manifestazione conclusasi con un sobrio ma completo buffet. Per il resto gli altri relatori, tutti docenti universitari (Carmine Pinto, Donato Domini e Silvia Siniscalchi) non hanno aggiunto niente di nuovo all’esaustivo libro di Carmelo Conte. “Il sud al tempo degli italiani” rimane un documento storico-politico molto importante, dall’ unità a Berlusconi per un Paese a due velocità, scritto da un politico con il coraggio di uno storico.

lunedì 27 agosto 2012

PIAGGINE: Festeggiamenti di Santa Filomena 2012




La vita di Santa Filomena di Roma è avvolta dal mistero poiché i suoi resti furono rinvenuti nel 1802 nelle catacombe di Priscilla, ma senza la scritta martyr, il che fece pensare che non si trattasse di una martire.

Successivamente, con studi più approfonditi dei reperti archeologici, si capì che le tegole del sepolcro che portavano la scritta Lumena pax te cum fi. erano state riutilizzate sul sepolcro di una fanciulla morta nel IV sec. d.C., ma appartenevano ad un sepolcro precedente, probabilmente quello di Santa Filomena, e ,dato che erano state riposizionate, chi aveva cementato le tegole aveva sbagliato l'ordine di sequenza che doveva essere :Pax tecum Filumena ossia La pace sia con te Filomena.

Inoltre si appurò che l'ampolla trovata nel sepolcro non conteneva sangue della martire, come si era creduto in un primo momento, ma profumi rappresi tipici delle sepolture dei primi cristiani.

Per questi motivi, il nome della Santa, negli anni sessanta, venne rimosso dal calendario, nonostante fosse venerata in molte zone dell' Itralia meridionale in particolare e nonostante la devozione di molti papi.

La storia di Santa Filomena si può ricavare dalla rivelazione  che suor Maria Luisa di Gesù, sua fervente devota, ebbe nel 1833.

Si narra che Filomena fosse la figlia del re greco dell'isola di Corfù a cui Diocleziano aveva dichiarato guerra ingiustamente;  a tredici anni ella si recò a Roma, assieme ai  genitori che dovevano  incontrare l'imperatore per trattare la pace.
Diocleziano si invaghì della bella fanciulla e voleva farla sua offrendole il trono di imperatrice, ma Filomena, avendo consacrato la sua verginità a Cristo, non accettò e perciò subì una serie di torture: flagellazione con guarigione, annegamento con rottura dell’ancora, saettamento con deviazione delle frecce e infine decapitazione.
E' per questo che due ancore, tre frecce, una palma e un fiore sono simboli che erano raffigurati sulle tegole del cimitero di Priscilla e furono considerati come simboli del martirio.

Le reliquie ritrovate nel cimitero di Priscilla furono affidate al sacerdote Francesco Di Lucia che le collocò nella chiesa della Madonna delle Grazie di Mugnano del Cardinale dove la Santa viene ancora venerata.

In seguito a vari miracoli ed al riconoscimento della Chiesa, il suo culto si diffuse  in Italia, in Francia ed in altri paesi.

A Piaggine Filomena è la Santa maggiormente venerata e si festeggia il 23 agosto di ogni anno richiamando molti turisti ed emigrati che ritornano a festeggiarla da ogni parte del mondo.

Quest'anno i giovani di Piaggine con spirito di amicizia e di devozione hanno rappresentato la storia della Santa (l'opera) di cui vi proponiamo alcune immagini. Altre foto rappresentano i suoi festeggiamenti con le "cente" e la processione.




































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Foto di : Gilda Petrone, Graziella Vairo, Nadia Petraglia e De Lisa Nicola